mercoledì 30 gennaio 2013

Il fiore grande, raro e puzzolente

Royal Botanic Garden a Melbourne
Quando sboccia un Amorphophallus Titanum non passa certo inosservato, non solo perchè è enorme, ma soprattutto perchè è il fiore più puzzolente del mondo!
L'aro titano od aro gigante o Amorphophallus titanum, è un'erbacea perenne originaria delle foreste tropicali dell'isola di Sumatra, che fu scoperta dal botanico fiorentino Odoardo Beccari nel 1878.


Viene spesso erroneamente citato come il fiore più grande del mondo, ma è più corretto dire che si tratta della più grande infiorescenza semplice.
Nasce da un tubero di grandi dimensioni, di forma tondeggiante o allungata.

È conosciuto anche chiamato 'fiore-fallo' o 'fiore-cadavere' per la sua forma e a causa dell'odore nauseabondo di carne in putrefazione, che emana quando è in fase di fioritura.
L'odore sgradevole all'uomo, serve per attirare gli insetti impollinatori che vengono trattenuti dal fiore finché il loro corpo è interamente coperto dal polline.
Attira anche mosche e scarabei, anch'essi utili per l'impollinazione.


 

La particolare infiorescenza di questa pianta cresce molto velocemente, fino a raggiungere nel giro di pochissimo tempo i 3 metri di altezza, ma dura solo 3-4 giorni.
Purtroppo fiorisce solo quando l'esemplare è adulto e le condizioni ambientali sono perfette.
 
Per la sua spettacolarità la pianta è ospitata anche in molti orti botanici del mondo, ma sono pochi quelli dove riesce a sbocciare. 
Nel 2002 ad esempio è rifiorito quello conservato nei giardini botanici reali di Kew Gardens, a Londra, dopo sei anni di attesa. 
Per l'eccezzionale evento i giardini reali hanno ospitato più di 50 mila visitatori in una sola settimana. Pensate che dal 1889 è solo la quinta volta che fiorisce!
Io ho visto l'amorphophallus Titanum in Cornovaglia, nel bioma tropicale di Eden Project!
Ecco un video trovato su Youtube girato proprio là.


In Italia se ne trova un esemplare presso il Giardino dei semplici a Firenze, che ha regalato una spettacolare fioritura nell'agosto 2007.

lunedì 28 gennaio 2013

Let it snow!



Il silenzio della neve che cade è molto rilassante e affascinante. 
I cristalli di neve racchiudono in sè tutta la bellezza e l'eleganza dei fenomeni che ci regala Madre Natura, un meraviglioso esempio di simmetria e geometria.

Oggi pomeriggio, da casa, al calduccio, mentre mi godevo lo spettacolo dei fiocchi candidi che scendevano morbidi appena fuori dalla mia finestra, mi sono fatta per l'ennesima volta le domande che mi pongo ogni volta che nevica, fin da quando ero bambina, alle quali stavolta mi solo decisa a cercare risposta.

Come si forma la neve?
Se almeno una volta nella vita vi siete posti anche voi la stessa domanda, allora questo post vi potrà interessare, altrimenti, se non vi interessa e avete un pò di tempo, uscite a fare un bel pupazzo!

Uno dei primi a studiare i cristalli di neve fu Keplero, conosciuto da tutti come astronomo e matematico austriaco, che nel 1611 pubblicò un trattato sui fiocchi di neve, nel quale cercava di fornire una spiegazione alla loro simmetria esagonale.
Egli suggerì che la forma dei cristalli potesse essere legata all'impacchettamento di piccole sfere di ghiaccio.
Non molti anni dopo, anche Cartesio studiò la natura dei fiocchi di neve, componendo una raccolta di disegni di come apparivano i cristalli ad occhio nudo.
Ma solo nella seconda metà del seicento, Robert Hooke realizzò una grande raccolta di disegni realizzati grazie all'osservazione al microscopio, raffiguranti i cristalli di neve e la loro intricata struttura.
Più avanti, all'inizio del novecento, nonostante si pensasse già che ogni cristallo fosse diverso da qualsiasi altro, il contadino americano Wilson Bentley, ha provato a verificare l'esistenza di cristalli di neve identici.
Così Bentley per tutta la vita fotografò migliaia di cristalli di neve, di cui circa duemila vennero pubblicati nel 1931 nella raccolta Snow Crystals, ancora oggi in stampa e visionabili sul sito web in una sintesi delle immagini più belle. 


 
Più o meno nello stesso periodo, il fisico nucleare giapponese Ukichiro Nakaya, condusse uno studio sistematico dei cristalli di neve, riuscendo a ricrearli in laboratorio in condizioni controllate. I metodi di Nakaya sono stati seguiti e messi a punto in seguito da molti ricercatori in tutto il mondo, che ancora oggi studiano il complesso processo di formazione dei cristalli di neve.

domenica 27 gennaio 2013

Le stagioni del maestro giardiniere


Le mie nozioni di giardinaggio arrivano dalla pratica sul campo, dalle ricerche su vari siti specializzati ogni volta che mi occorrono informazioni su nuovi acquisti, ma c'è una persona in particolare che mi ha ispirato nei primi anni di costruzione del giardino: questa persona è il maestro giardiniere Carlo Pagani.

Titolare del garden center Flora 2000, a Budrio, poco distante da Bologna, ha condotto in tv diverse rubriche di giardinaggio, (Guida al verde, Stagioni in casa, Favole in verde, Favole in rosa e Giardini d’inverno) alcune delle quali ho seguito con avidità per carpire maggiori informazioni possibili.
Da lui ho capito l'importanza della concimazione, le tecniche di potatura e altre perle di saggezza, che spesso metto in pratica per ottenere buoni risultati.
Ho citato il maestro nel post: La pianta obbediente physostegia perché l'erbacea di cui ho scritto l'ho comprata proprio nel suo vivaio!

Oltre ad essere un appassionato collezionista di rose antiche, di lillà, di peonie e di frutti antichi, ha progettato e realizzato nella sua lunga carriera tantissimi giardini, sempre con la sua inesauribile energia interiore e la voglia di conservare le tradizioni della campagna della bassa bolognese, di cui è originario e negli ultimi anni ha iniziato a divulgare la sua esperienza attraverso la televisione e la mia rivista preferita: Gardenia.

Ha scritto diversi libri come coautore, tra cui, nel 2000 “Rose perdute e ritrovate” "Nell'orto con il maestro giardiniere" e recentemente "Le stagioni del maestro giardiniere". 



In vista dell'arrivo imminente della primavera potrebbe essere utile avere a portata di mano l'ultimo libro citato, il cui sottotitolo è tutto un programma: 182 suggerimenti d'autore per coltivare giardino, orto, balcone e piante di casa con competenza e intima soddisfazione.

I coautori, Carlo Pagani e Mimma Pallavicini, hanno deciso di suddividere gli argomenti in tre capitoli: giardino, orto, balcone e casa, e per ognuno di questi capitoli c'è un'ulteriore suddivisione nelle diverse stagioni dell’anno, per rendere il libro di facile e veloce consultazione.
Si può infatti scegliere esclusivamente la parte che interessa, senza necessariamente leggere il resto, anche se tutto può servire....
Il maestro giardiniere e la signora Pallavicini, firma storica di Gardenia, spiegano le tecniche di giardinaggio per gradi, ma anche con leggerezza e ironia.

Fate tesoro di questo consiglio, così quando dovrete effettuare i primi lavori primaverili sarete già pronti con le giuste istruzioni!


Grazie Carlo Pagani!!!

venerdì 25 gennaio 2013

Una carta vegetale



Anche se i miei argomenti preferiti rimangono il giardinaggio e gli adorabili uccellini, mi piace tenermi al corrente sulle nuove idee green e proporle come spunto di riflessione agli amici del blog.
Questa volta la protagonista del post è una carta totalmente ecologica, prodotta dalla cartiera italiana Favini di Vicenza.
 

Ogni anno in Italia circa un milione di tonnellate di arance è destinato alla produzione di succhi, ciò che rimane viene lavorato per ricavare essenze, o pectina e in una fase successiva cibo per animali e biocarburanti o pneumatici.
Il sottoprodotto residuo, che diversamente sarebbe bruciato, strano ma vero, ora può essere trasformato in bobine di carta.
Favini, leader italiana nel settore della carta, grazie a centinaia di ore di ricerca e ad un complesso procedimento molto attento all’ecologia, ha realizzato un prodotto totalmente riciclato, dando nuova vita agli scarti vegetali e alleviando di conseguenza la pressione sulle risorse naturali.
Riutilizza infatti gli scarti di lavorazioni come bucce d’arancia, residui di mais, olive, mandorle, nocciole, kiwi e caffè.


Ciò che ne risulta è un prodotto ecologico dai colori naturali, gli stessi dei vegetali da cui provengono, e con effetti tattili ben distinti.


CRUSH, è il nome dell'innovativa gamma di carte realizzate in parte con scarti di lavorazioni agro-industriali, che sostituiscono fino al 15% della cellulosa ricavata dagli alberi, e per il resto con carta da macero opportunamente disinchiostrata.
Inoltre la cellulosa usata da Favini proviene unicamente da piantagioni controllate e programmate, gestite secondo gli standard del Forest Stewardship Council (che si occupa della gestione sostenibile del patrimonio forestale).


Non dimentichiamo che meno cellulosa si usa per la produzione della carta, meno alberi vengono distrutti!

mercoledì 23 gennaio 2013

La libellula vincitrice


Guardo sempre con grande ammirazione le foto dei concorsi internazionali indette da National Geographic, che si conferma uno dei più importanti del mondo.
I partecipanti sono oltre 20.000 ogni volta e le immagini in gara arrivano da centinaia di diversi paesi del mondo.

Sono rimasta a bocca aperta quando ho visto la foto del vincitore assoluto del concorso, categoria Natura, dell'anno 2011, tale Shikhei Goh.

Questo signor fotografo (è proprio il caso di dirlo) è riuscito a immortalare le gocce di pioggia dovute ad un temporale improvviso mentre colpiscono come schegge di luce una stupenda libellula delle isole Riau, in Indonesia, che si aggrappa ad un esile stelo. 

 

La foto è stata premiata oltre che per la perfezione tecnica, anche per la sua originalità e la particolare luce, rendendo quasi percepibile ciò che prova la libellula di fronte alla sfida da superare.
Primo premio più che meritato!!!

Anche Francesco, mio marito, appassionato di fotografia, adora ritrarre gli insetti nella bella stagione, quando gironzolando in giardino, e spesso trova le libellule appoggiate sulle foglie delle piante.
Qualche mese or sono ha fatto alcune macro niente male ad un esemplare di libellula nostrano che aveva un'aletta leggermente rotta.

Se non ricordate o non avete mai visto quegli scatti, e amate, come me, questi fermo-immagini naturali, cliccate su: Creatura d'aria, di acqua e di terra.

Lui non è un fotografo professionista, ma a me sembra davvero bravissimo (♥♥♥♥♥♥♥) !!!

lunedì 21 gennaio 2013

Allegro come un fringuello

Quella del titolo del post è un'espressione che trae origine dal suo canto giocoso e squillante, non influenzato da nessun altra specie di uccello.
I fringuelli, a parte le lotte con i propri simili per le gelosie amorose, hanno un'indole vivace e socievole e sono sempre in movimento, fiduciosi e pacifici, seppur non agili come le cince.
Da me passano abitualmente, spesso in coppia, a volta solitari.
Proprio l'altro giorno uno molto carino, (probabilmente un giovane esemplare) si è avvicinato alla vetrata senza timore e si è appoggiato per diversi minuti alla ringhiera del balcone, dove ho appeso le palle di grasso, di cui si cibano diversi tipi di cince e di passeri.
Il fringuellino era troppo dolce e non ho potuto resistere a fotografarlo per conservarne il ricordo.


Avendo una conformazione fisica diversa, il fringuello non riesce ad aggrapparsi alla retina delle palle di cibo con le zampette, come fanno altri uccellini, ma si ciba dei semi che cadono.
Come già accennato in post precedenti, il fringuello è principalmente granivoro e predilige i semi oleosi o la polpa di alcuni frutti, ma non disdegna gli invertebrati e gli insetti, soprattutto nel periodo della riproduzione. 

Ogni tanto con un piccolo salto il simpatico ospite si girava su se stesso per guardare il via vai degli altri, senza mai scomporsi più di tanto.
Io con grande piacere l'ho potuto ammirare per bene e capire il suo comportamento socievole e la sua natura poco timorosa. 
Guardatelo com'è tranquillo nonostante le scorribande che avvengono intorno a lui (o lei?).

 
 

sabato 19 gennaio 2013

L'arca di Noè per le piante


Proprio così.
Da qualche anno è stata costruita una struttura che si può definire un'arca di Noè per le piante, progettata per raccogliere le sementi di tutto il pianeta e preservarle dall'estinzione.

Lo Svalbard Global Seed Vault (deposito sotterraneo globale di semi), situato sull'isola norvegese di Spitsbergen, nell'arcipelago artico delle isole Svalbard, è stato ideato dallo scienziato americano Carry Fowler, del Fondo fiduciario mondiale per la diversità delle culture.


Questo sistema di conservazione ha lo scopo di preservare circa tre milioni di semi di specie vegetali presenti sulla Terra, per farle giungere alle generazioni future in caso di una catastrofe di grandi proporzioni, dovuto a cambiamento climatico o altri fattori, come errori di gestione, che rischiano l'estinzione di colture essenziali per l'alimentazione, minacciando la biodiversità del nostro pianeta.

I semi e le spore verranno conservate per centinaia ad una temperatura costante di 18-20 gradi sotto zero, e grazie al clima artico, che raggiunge la temperatura massima di -3°C, il contenuto non correrebbe rischi neppure se si fermasse per mesi l'impianto di congelamento.





La fondazione Global Crop Diversity Trust, con il contributo di diversi paesi e agenzie internazionali, tra cui la Bill e Melinda Gates Foundation, ha avuto il compito di raccogliere, catalogare, impacchettare, e spedire presso la cassaforte di Svalbard, tutti i campioni di semi di specie diverse provenienti da ogni ambiente, clima e angolo del pianeta.

  


mercoledì 16 gennaio 2013

Il tuffo della volpe


Avete mai visto una volpe che caccia sotto la neve?
Io si, anche se solo su foto e video. 
Non averla mai vista dal vivo è un peccato perché è uno spettacolo imperdibile!

Le volpi hanno una tecnica infallibile, infatti, grazie al loro udito eccezionale, individuano le prede anche sotto uno strato di diverse decine di centimetri di neve, dopodiché con movenze da cacciatrici esperte, attente a non far rumore, si apprestano ad afferrare la piccola preda con una mossa tanto mirata quanto inaspettata, tuffandosi a capofitto nella neve.
Dopo diversi minuti di concentrazione e studio silenzioso del terreno di caccia, si avventano sulla preda identificata con velocità estrema, lasciando solo le zampe posteriori fuoriuscire dalla neve insieme alla morbida coda.

A conferma della geniale tecnica di caccia ci sono le incredibili immagini scattate dal fotografo Richard Peters, durante un viaggio nella Lamar Valley nel Parco Nazionale di Yellowstone, che immortalano proprio il momento in cui una volpe rossa si appresta a fare il salto per catturare un topo che sotto la coltre di neve crede di essere al sicuro.



lunedì 14 gennaio 2013

In attesa dei bucaneve

foto dal web

Vista la neve, preannunciata e arrivata, su quale fiore ho pensato di scrivere?
Il bucaneve! 

Questo fiore invernale dal nome scientifico Galanthus nivalis, è un'erbacea perenne da bulbo di piccole dimensioni, diffusa in tutta Europa nel sottobosco umido e fresco.
Detto anche stella del mattino è uno dei primi fiori a spuntare dalla terra nel nuovo anno.
 
Essendo fioriture di febbraio, i bucaneve non temono il freddo, e possono sopportare temperature di molti gradi inferiori allo zero senza venirne danneggiati.
I sottili steli eretti portano un singolo fiore bianco a campanula, formato da tre petali esterni allungati e tre interni meno visibili, segnati da una maculatura verde; il fogliame è nastriforme e carnoso, sufficientemente robusto per bucare la neve anche compatta.


Sono di facile coltivazione e molto adatte all'inselvatichimento.
I bulbi devono essere interrati in autunno, in gruppetti, in modo che, come avviene in natura, diano origine a varie macchie di colore in mezzo al prato.
La profondità di posa deve essere pari al doppio del diametro del bulbo (regola valida per tutti i tipi di bulbi: È il momento di piantare i bulbi), per poi essere coperto bene con terriccio fresco, in modo che trattenga abbastanza umidità. 
Per ottenere una ricca fioritura è consigliabile posizionarli il luogo più soleggiato possibile.

foto dal web
I bucaneve necessitano di una buona quantità di acqua durante il periodo di vegetazione, dall'inizio dell'inverno fino ai primi mesi primaverili, quando il fogliame tende a seccare, che solitamente gli viene garantita dalle precipitazioni.
In caso di inverno e primavera molto siccitose è consigliabile annaffiarli nelle ore più calde della giornata, attendendo sempre che il terreno asciughi tra un'annaffiatura e l'altra, per evitare che la carenza d'acqua causi un appassimento dei fiori e dei boccioli.
Sospendere completamente le innaffiature dopo la fine della fioritura, permettere al bulbo di entrare in riposo vegetativo fino all'inverno successivo.

Essendo una pianta di minime dimensioni, raggiunge a malapena i 15-20 cm di altezza, ma tende a produrre piccole colonie, ricoprendo piccole zone di giardino o di bosco.

foto dal web

Esistono circa 15-20 specie di galanthus, ma molte di più sono le specie ibride o cultivar che generalmente hanno fiori particolarmente più grandi, completamente bianchi o con maculature colorate.

sabato 12 gennaio 2013

Gatti cercano casa!


Il Comune di Milano sta facendo girare negli ultimi giorni un bellissimo video-appello, per fare in modo che persone di cuore adottino uno dei 150 gatti del Parco Rifugio gattile di Milano.
La struttura, inaugurata nel 2008 dalle ceneri della Cascina Mulino Codovero, si trova in un'area verde di più di 35.000 mq, aperto al pubblico per adozioni dal lunedì al venerdì dalle 14 alle 16 e nel weekend dalle 14 alle 18.
Trovate nel video l'indirizzo e il numero di telefono del gattile, la cui area verde è adiacente al Parco Forlanini.
Qui i gatti sono custoditi e curati con la massima attenzione e i volontari si occupano quotidianamente del centro di accoglienza con grande dedizione.

 Ecco il video-appello con i gattoni che vi aspettano!


Per Garfield, Baloo, Laura, Sandokan, Maina,  e gli altri sarebbe un sogno trovare una casa e una famiglia accogliente. 
Decine di mici ogni anno vengono abbandonati nella città di Milano (così come in tutta Italia) e solo una piccola parte di questi riesce ad arrivare al gattile.
I meno fortunati vivono una vita di stenti, in mezzo al traffico e ai pericoli urbani.
Sarebbe bello dare una possibilità anche a loro.

 

giovedì 10 gennaio 2013

Il riposo della coccinella


Durante la bella stagione nel mio giardino si vedono una gran quantità di coccinelle appoggiarsi di foglia in foglia alla ricerca di cibo, questo grazie anche al fatto che non uso prodotti disinfestanti chimici da qualche anno.
Nella stagione fredda però questi utilissimi insetti generalmente vanno in letargo.
Molte specie vivono solo un anno, alcune invece soppravvivono all'inverno nonostante la temperatura vada sotto zero.
Già dall'autunno i  colorati insettini cercano un posto tranquillo e riparato, meglio se asciutto, dove trascorrere l'inverno.
Spesso le coccinelle vanno in letargo a gruppi.
Alcune tentano l'ingresso nelle case, con il probabile risultato di venire schiacciate, se non incontrano persone disposte a prendersi cura di loro, altre dormono sotto uno strato di foglie, oppure si accontentano di un fiore secco o di una sola foglia raggrinzita, come quelle delle immagini fotografate da Francesco la settimana scorsa.
Speriamo stia dormendo...


Potrebbe essere che qualche coccinella si avventuri già in giro in cerca di cibo, come ha fatto la nostra ospite dello scatto qui sotto, che zampettava sul ramo dell'albero di giuda del nostro giardino, vista la giornata piuttosto mite di sabato scorso.



Preservare le coccinelle, non utilizzando disinfestanti tossici sulle piante e facendo attenzione a non schiacciarle o buttarle via insieme alle potature e alle foglie secche, nella bella stagione vi saranno di grande aiuto in giardino nella lotta contro gli afidi, essendone grandi divoratrici, come ho già spiegato nel post primaverile ricco di foto My sweet ladybug.
Lo scorso giugno mentre ero in cerca di uova d'insetto, ho trovato larve e pupe di coccinella sulle foglie del nostro crisantemo coreano, e ricordo ancora quanto ne sono stata felice! (Chi cerca trova)
Ricordate le immagini?


Si trovano in commercio su alcuni siti e nei garden center ben forniti alcuni tipi di casette per coccinelle, in cui attraverso piccole fessure gli insetti si possono rifugiare per ripararsi dal freddo.
Ad esempio sul sito Peraga.it, che a volte utilizzo per i miei acquisti online, si trovano tre diversi tipi di casetta per gli insetti.
Questa è perfetta per le coccinelle!

È appositamente studiata per dare un facile accesso alle coccinelle, ma tenere fuori i suoi predatori.
Se vi piace cliccate sull'immagine!

martedì 8 gennaio 2013

Piccolo accenno di primavera



L'inverno mite non si sta verificando solo in Italia, ma anche oltre confine e la Svizzera ne è un esempio.
Repubblica.it, sezione Viaggi, ha pubblicato in questi giorni alcune immagini della zona del Lago di Lugano con le camelie già in fiore!
(Le ho appena citate nell'ultimo post!)




Meravigliose vero?
Grazie al sole caldo i turisti e i residenti si fermano nei locali con sedute all'aperto (alcuni semplicemente in camicia) per la colazione o la pausa pranzo, affiancati dall'albero di Natale ancora addobbato, quasi a ricordare che in realtà è ancora inverno, oppure passeggiano in riva al lago fermandosi sulle panchine ad apprezzare il panorama delle Alpi che si specchiano.



Le temperature negli ultimi giorni hanno superato i 20 gradi, creando l'effetto primavera precoce in tutta la Svizzera meridionale.


Se vi piace l'idea di un giro su un lago, vi propongo di tornare con me (intendo virtualmente) su un altro lago, quello di Ginevra, tramite i post in cui raccontavo la flora e la fauna ammirati durante la vacanza relax primaverile: Birdwatching tra lago e alpi  e Aiuole e bordure di lago.

Visto che qui, nella mia pianura padana, da un paio di giorni c'è la nebbia e la temperatura si è notevolmente abbassata rispetto allo scorso weekend, volevo condividere con voi questo sprazzo di primavera anticipata.

sabato 5 gennaio 2013

Proposte per un giardino invernale



È iniziato un nuovo anno, non solo per noi, ma anche per il giardino.
Anche se siamo ancora nel cuore dell'inverno non si può negare che la primavera si stia piano piano avvicinando, come si può notare dalle gemme pelose della mia magnolia stellata.



Erroneamente si può ritenere che durante l'inverno le piante siano in riposo vegetativo, in realtà esistono piante che non necessitano del caldo per risvegliarsi e ricominciare a produrre fiori o foglie e quindi proprio in inverno danno il meglio di sè. 
Un esempio di pianta che produce fiori quando le giornate si accorciano è la stella di Natale , di cui ho già scritto nei giorni scorsi.
Ritengo che un bravo giardiniere si riconosca anche per la varietà di piante messe a dimora in giardino in grado di produrre fioriture in ogni stagione dell’anno.
Se si apprezza un giardino invernale il mercato vivaistico mette a disposizione diverse erbacee e a arbusti da porre a dimora per tempo per fare in modo di ammirarli e rallegrarci anche quando fuori tutto sembra riposare sotto la neve.

Inoltre l'inverno è il momento giusto per preparare il giardino in vista della primavera e per programmare i nuovi progetti di giardinaggio!

Buona parte delle piante che fioriscono in pieno inverno non hanno colori molto vivaci, fiori grandi o molto profumati, infatti spesso sono piccoli fiori gialli, bianchi o verdastri, come nel caso dellelleboro, erbacea a fioritura invernale rustica e molto facile da coltivare, considerata la Rosa di Natale dagli inglesi.
Ne esistono dalle 20 alle 30 specie, molte delle quali originarie dell’Europa centrale e meridionale e dell’Asia minore, dove risultano molto diffuse.
Sono piante piuttosto rustiche, dalla crescita lenta, che esigono terreno ricco, fresco e ben drenato, e vanno coltivate in ombra luminosa. 
L'elleboro non è adatto alla coltivazione in zone con estati secche, ma dove il clima lo consente sono fiori assolutamente imperdibili, sebbene tossici se ingeriti. 
Secondo una leggenda un elleboro sarebbe stato portato in omaggio a Gesù Bambino da una povera pastorella che non poteva recare doni più preziosi.

 

Per vedere altre bellissime immagini di ellebori, coltivate anche in vaso, consiglio di leggere il post dell'amica Maurizia de Il giardino sfumato, che propone questi fiori in alternativa alla classica stella di Natale.
Proprio come gli ellebori, anche i crochi fioriscono in inverno, alcuni all’inizio dell’anno e altri verso marzo.
Se piantate i bulbi in autunno disseminati quà e là a macchie in mezzo al prato l'effetto sarà strepitoso, anche sotto la neve.


Un'altra pianta da non perdersi è la camelia, bellissimo arbusto sempreverde del tipo acidofilo, che io personalmente non sono mai riuscita a coltivare con successo per lungo tempo, (forse perché limitata dalla coltivazione in vaso causa l'alta alcalinità del mio terreno) ma che se trova le condizioni ideali richiede poche cure, è molto longeva e regala fioriture indimenticabili per anni.Produce fiori dai colori e dalle forme più svariate, singoli, semidoppi, doppi, ad anemone, a peonia.
Ne esistono circa 80 specie diverse, tutti originari dell'India, della Cina e del Giappone.  
Coltivate da centinaia di anni anche in Europa, esistono numerosissimi ibridi.
Il suo fogliame è colore verde scuro, lucido, leggermente cuoioso.
Le più diffuse sono la camelia japonica, che fiorisce da gennaio fino all'inizio della primavera, con grandi fiori setosi simili a rose, insieme alla camelia sasanqua, con fiori meno vistosi, che sbocciano in dicembre-gennaio. 
La bellezza di questo tipo di arbusto merita sicuramente un mio futuro approfondimento.


giovedì 3 gennaio 2013

Un buon inizio


Dopo le giornate passate per diverse ore a tavola durante le feste, una camminata in mezzo alla natura ci voleva proprio.
Così il giorno di capodanno, approfittando della  giornata serena (almeno finché non siamo usciti subito dopo pranzo) abbiamo fatto un giro nelle campagne vicino a casa, per andare alla ricerca di scorci da ammirare ed eventualmente di uccelli da fotografare.

Il birdwatching improvvisato è risultato molto proficuo infatti abbiamo avvistato tantissimi uccelli tipici della pianura padana, e tra i tanti presenti in questi cieli, siamo riusciti a scorgere gli eleganti aironi, in movimento con piccoli voli sinuosi in mezzo ai campi, in cerca di cibo e di riposo.
Sugli sfondi dei paesaggi invernali, caratterizzati dagli alberi spogli e dai campi brulli, questi grandi volatili spiccano con i loro piumaggi chiari.


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